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ABA, scuola e...lupi


In occasione della Festa dei Nonni che si è celebrata il 2 ottobre, il 2° Circolo Didattico di Gragnano, come molte scuole in Italia, ha organizzato una serie di iniziative per omaggiare gli angeli dei più piccoli nel corso dell'intera settimana.

In particolare, la scuola dell'infanzia che frequentano Alessandra e Federica ha inviato i nonni e le nonne disponibili a recarsi in classe, durante l'orario scolastico, per recitare una favola agli allievi.

Mia madre, nonna presente e pienamente partecipe del percorso terapeutico che le bambine intraprendono presso la Fondazione Peppino Scoppa, ha accolto l'invito con un certo timore. Diciamola tutta, inizialmente voleva rifiutare per timidezza...ma le maestre, che fronteggiano ogni giorno ben altri timidi, l'hanno subito costretta...cioè convinta.

La nonna si è rivolta a me per scegliere la favola da raccontare in classe e ci siamo trovate entrambe d'accordo sull'idea di proporre una storia originale e non molto nota, per evitare di doppiare un'altra nonna o un altro nonno e per offrire quindi un'esperienza unica all'uditorio.

Ho iniziato a sfogliare i libri delle bimbe che abbiamo a casa quando mi è venuto in mente che avevo nella mia lista dei desideri per il mio amato shopping online un testo che poteva essere quello giusto e che era proprio giunto il tempo di comprare.

Il libro in questione si intitola "Martino Piccolo Lupo" (Carthusia Ed), si rivolge a un pubblico a partire dai 3 anni e parla di autismo...senza mai nominare questa parola. E' scritto da Gionata Bernasconi con le illustrazioni di Simona Mulazzani. Un testo davvero piacevole che consiglio a tutti.

Lo scopo del libro è raccontare l'autismo e la disabilità ai più piccoli, ma non solo a loro, attraverso la storia di un cucciolo di lupo, il piccolo Martino, che ha dei comportamenti diversi da tutti i membri del suo branco. Non ulula alla luna, ha paura delle farfalle e adora mangiare le ciliegie. Comportamenti che destano la preoccupazione della mamma, il distacco da parte dei coetanei e il severo giudizio del capobranco che dice di Martino "Non sarà mai un vero lupo!". Ma grazie all'amicizia con un'oca, Martino riesce finalmente a comunicare con il branco e a far volgere lo sguardo della comunità al di là delle mere apparenze.

Una storia semplice, ricca di metafore e che si presta a diversi livelli di lettura. L'immagine della nebbia, ad esempio, è stata per me di una forza struggente. Una nebbia sempre presente per tutta la durata della storia... che fa addirittura sparire Martino e la sua mamma quando tutto il branco li abbandona.

"Martino Piccolo Lupo" parla di diversità e di inclusione, racconta la disabilità ai bambini mostrando loro che codici di comportamento diversi - come quelli di Martino o di un amico autistico - non vanno temuti, ma soltanto capiti.

Mi è stato detto che l'esperienza di lettura in classe è stata piacevole: la nonna ha portato con sè il libro e le illustrazioni hanno colpito i bambini.


Ma cosa c'entra tutto questo con l'ABA e con questo blog? C'entra, c'entra...l'ABA c'entra sempre, signori miei.

Lo scopo dell'iniziativa scolastica era ricreare una situazione nota ai più piccoli, quella di un nonno o di una nonna che raccontano una fiaba, un aneddoto o una storiella divertente ai nipotini come avviene tante volte tra le mura domestiche. Un modo semplice e incisivo per celebrare lo speciale rapporto che unisce queste due generazioni e mettere in luce i concetti di accudimento, di trasmissione del sapere e di amore.

Celeste, la nonna di Alessandra e Federica, conosce una storia diversa dalle altre che viene dalla sua specifica esperienza di nonna ed ha voluto raccontarla a bimbi ed insegnanti per condividere, tutti insieme, una riflessione su un argomento che necessita maggiore approfondimento e impegno.

La scuola fa parte del benedetto triangolo che l'ABA vuole creare insieme alla famiglia. Un triangolo che, sebbene troppe volte si trovi privo di un lato, è l'obiettivo primario per la nostra famiglia: perchè solo lavorando sodo in tutti i contesti di interazione di un bambino autistico si ottengono risultati.

La scuola, oggi, ha un compito molto delicato e si trova a fronteggiare una platea di allievi in cui i casi di autismo sono in netto aumento rispetto al passato, complice anche la diagnosi precoce.

Cercare di insegnare e realizzare la maggiore inclusione possibile sono parole vuote e tentativi inutili se non si usano gli strumenti giusti: non bastano volontà, buona fede e passione, occorre conoscenza.

Conoscere l'autismo vuol dire per i piccoli non avere paura dei comportamenti "strani" e "diversi" del compagno ma anzi imparare ad accoglierlo per giocare insieme, ridere e vivere qualsiasi tipo di avventura l'infanzia comporti.

Conoscere l'autismo vuol dire per l'insegnante - di sostegno e di base - doversi aprire a un mondo nuovo di tecniche e conoscenze, perchè un bambino meno "equipaggiato" degli altri non ha minori possibilità di apprendimento, bensì necessità di strategie diverse rispetto al compagno con uno sviluppo nella norma.

La mia è la favola di un circolo virtuoso.


"Martino era nato in notte di nebbia fitta. Il piccolo lupo alzò la testa, senza capire dove finisse il suo musino e dove iniziasse il cielo. Mamma lupa strinse a sé il suo cucciolo. Nonostante la nebbia, si rivolse alla luna. Lei non aveva bisogno di vedere il cielo, per sapere che la luna era splendida."

Martino Piccolo Lupo (Carthusia Ed)

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